martedì 30 dicembre 2008

l'Ave Maria.

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O Maria,
non so quando cominciai a pronunziare il tuo nome. Non so quanto tempo impiegai ad imparare l'Ave Maria. Certamente doveva esserti meraviglioso ascoltare quelle parole che fiorivano sulle labbra a formare la prima innocente preghiera rivolta a te con i segni e i sospiri della mamma. Quanto tempo è passato! Quante cose sono cambiate! Ma quella preghiera scandisce ancora i momenti della mia giornata.
Quelle parole, sempre le stesse
non hanno risentito il logorio del tempo, la monotonia della ripetizione, quasi per incanto, me le ritrovo sulle labbra, come allora, a formare la preghiera della fiducia senza limiti, della semplicità, dell'abbandono, del rifugio, del ritorno, della consapevolezza, dell'incontro con il tuo cuore di madre.
E non è stata una scoperta quando ho costatato che alcuni si rivolgevano a te con le stesse parole e che altri sapevano pregarti soltanto così.

Piccoli e grandi, dotti ed ignoranti,
in ogni angolo della terra, da sempre, come attratti da una forza interiore, affascinati dal tuo volto e dalla tua persona, forse mai visti ma soltanto segnati nel fondo dei loro ricordi, hanno piegato in ognuna di quelle parole una pagina della propria vita, formando inconsapevolmente e meravigliosamente un coro che non finisce mai. E che non si sperde nell'anonimato, perché tu raccogli ed ascolti quelle parole ad una ad una, perché tu soltanto sai capire ciò che nasconde e ti vorrebbe dire ciascuno di noi.

Forse per questo mi piace pregarti così!
Senza paura di sbagliarmi, o di parlarti con parole incomprensibili e difficili, o di offenderti forse con sentimenti vuoti ed insignificanti per la mia vita cristiana e per i tuoi insegnamenti di madre di Gesù e madre mia.

Santuario della MADONNA DELLA CORONA - Spiazzi (VR)

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