L’Eucaristia è il Pane della nostra Mamma divina. È il Pane fatto da Maria con la farina della sua carne immacolata, impastata del suo latte verginale.
Scriveva S. Agostino: “Gesù ha preso carne dalla carne di Maria”.
Anche nell’Eucaristia, lo sappiamo, insieme alla Divinità c’è tutto il Corpo e Sangue di Gesù tratti dal Corpo e Sangue di Maria tutta Vergine. Perciò sarà tanto vero e tanto bello, ad ogni S. Comunione che si fa, avvertire nell’Eucaristia la dolce e misteriosa presenza di Maria SS., inseparabile e tutt’una con Gesù Ostia. Gesù è sempre il suo Figliolo adorato, Carne della sua Carne e Sangue del suo Sangue. Se Adamo poteva chiamare Eva, tratta dalla sua costola, “ossa delle mie ossa, carne della mia carne” (Gen. 2, 23), quanto più non potrà Maria SS. chiamare Gesù “carne della mia carne e sangue del mio sangue”? Tratta dall’“intatta Vergine”, come dice S. Tommaso d’Aquino, la Carne di Gesù è la carne materna di Maria, il Sangue di Gesù è il sangue materno di Maria. Non sarà mai possibile, quindi, separare Gesù da Maria.
Per questo, ad ogni S. Messa che si celebra, anche la Beata Vergine può ripetere con verità a Gesù nell’Ostia e nel Calice: “Tu sei mio Figlio. Oggi io ti ho generato” (Salm. 2, 7), E giustamente S. Agostino ci insegna che nell’Eucaristia “Maria estende e perpetua la sua Divina Maternità”, mentre S. Alberto Magno esorta con amore: “Anima mia, se vuoi godere l’intimità di Maria, lasciati portare fra le sue braccia e nutriti del suo sangue… Va’ con questo pensiero ineffabilmente casto alla mensa di Dio e troverai nel Sangue del Figlio il nutrimento della Madre”. Dicono parecchi Santi e teologi (S. Pier Damiani, S. Bernardo, S. Bonaventura, S. Bernardino…), che Gesù istituì l’Eucaristia anzitutto per Maria, e poi, tramite Maria, Mediatrice universale di ogni grazia, per tutti noi. È da Maria, quindi, che ci viene donato Gesù giorno per giorno: e in Gesù è sempre la carne immacolata e il sangue verginale della Sua Mamma divina che penetra nel nostro cuore e inebria la nostra anima. In un’estasi durante la celebrazione della S. Messa, S. Ignazio di Loyola contemplò un giorno la realtà svelata di questa dolcissima verità, e ne restò celestialmente commosso.
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